From social media to the courts: new ways to investigate war crimes
Immagina di assistere a un evento importante, scattare una foto e caricarla sui social media. Potrebbe diventare una prova cruciale in un processo? Con la connettività fornita da smartphone e social media, le persone che si trovano in zone di conflitto acquisiscono prove digitali degli incidenti a cui sono testimoni. In alcuni casi, i giornalisti hanno utilizzato questi contenuti generati dai cittadini per collegare i puntini e trovare nuove prove di crimini di guerra. Sembra proprio che il potere di ottenere giustizia e garantire che i crimini di guerra non restino impuniti sia nelle nostre mani, a portata di click.
What if you witnessed a major event, took a photo, and uploaded it to social media. Could this become crucial evidence in a trial? With the connectivity provided by smartphones and social media, people who find themselves in conflict zones are capturing digital evidence of the incidents they witness. In some cases, journalists have used this citizen generated content to connect the dots and find new evidence of war crimes. It seems the power to achieve justice and ensure that war crimes do not go unpunished is in our hands, just a click away.
Hannah Bagdasar
Lead Investigator, Global Authentication ProjectHannah è parte della squadra investigativa del Progetto Bellingcat, dedicato al giornalismo investigativo, verifica e diffonde dati open-source legati a fatti avvenuti in zone di guerra o casi di violazione dei diritti umani. Per Bellingcat, Hannah si occupa della mappatura di incidenti che coinvolgono feriti civili in Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte della Russia.